Altopiano di Colfiorito
Gli Altopiani di Colfiorito sono un sistema di altopiani carsici situati al confine tra Umbria e Marche; sono un’oasi protetta del WWF e presentano la flora e la fauna tipiche dell’Appennino umbro-marchigiano. Un immenso altopiano dalle caratteristiche eccezionali: l’omonima palude, unica rimasta a seguito dei prosciugamenti che hanno dato origine agli attuali piani, raccoglie specie rare di flora e ospita numerosi uccelli acquatici, anfibi e gasteropodi; storicamente interessanti Orve e la sua collinetta preistorica e i resti archeologici della città romana di Plestia.
Il paesaggio delle pianure e delle colline carsiche è rimasto quello, immutato nella storia delle civiltà agricole e pastorali dell’Appennino.
Un’antica armonia tra attività agricole e ambiente naturale, che si rivela tra gli ampi altipiani caratterizzati da dolci colline dove si alternano zone umide, boschi, pascoli e aree coltivate.
Gli altipiani di Colfiorito e Plestini sono costituiti da sette cavità carsiche che nell’antichità erano laghi. La palude di Colfiorito è attualmente l’unica zona montana dove l’acqua rimane tutto l’anno ed è soggetta a variazioni di livello stagionali. Gli altri altipiani sono temporaneamente inondati solo dopo le piogge.
La palude è un punto di riferimento per un gran numero di uccelli che costruiscono i loro nidi tra i canneti, dove trovano un ambiente ideale per la riproduzione e il nutrimento. Per questo motivo, nel 1995, la Regione Umbria ha deciso di tutelare l’area istituendo un parco regionale. Esso fa parte della Convenzione di Ramsar, che sottolinea l’importanza internazionale della palude per quanto riguarda le sue caratteristiche naturali, ed è stato riconosciuto come Zona di Protezione Speciale (ZPS) dalla Comunità Europea per l’importanza che riveste per la protezione della comunità avifaunistica che vi abita.
La zona dell’altopiano è utilizzata non solo per le tradizionali colture di grano e foraggio, soprattutto per quelle di lenticchie e patate rosse. La popolazione dell’area direttamente interessata dal Parco è di circa 5.000 abitanti. Ancora oggi gravitano sul territorio del Parco vari caseifici che trasformano il latte in formaggi di produzione locale e formaggi di alta qualità.
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